La geopolitica Ucraina
Le cause principali della crisi ucraina sono: la decisione negativa del governo a firmare l’accordo d’associazione commerciale con l’UE e l’ascesa in campo della popolazione favorevole ad un’adesione al blocco continentale. L’Ucraina vive una crisi demografica che ha messo allo scoperto i brogli elettorali e la corruzione della classe politica. La cittadinanza ucraina è divisa tra ceti conservatori ancora legati alla matrice russa, dominata da una oligarchia che taglia tutti i partiti politici e che mette a nudo gli interessi che giacciono dietro alle fazioni. Il fattore geopolitico e geostrategico è fondamentale e s’inserisce nel processo di espansione della NATO. La politica russa rivela che non è disposta ad accettare intromissioni sui paesi che considera meno sviluppati, ma pur sempre di sua proprietà.
Ragioni per cui la Russia
vuole conquistare l’Ucraina
Alla base di tutto c’è la divisione dell’Ucraina
tra una parte del paese che aspira ad entrare nell’UE e un’altra parte che
vuole rimanere legata alla Russia. Causa delle ultime tensioni è stato quindi
l’allontanamento dell’ex presidente filorusso Yanukovich e l’insediamento del
governo filoeuropeo (jacenjuk). Per questo motivo Putin ha voluto invadere la
Crimea per tutelarne la popolazione. Difficilmente questo darà la vita ad una
guerra tra Russia e Ucraina ma potrebbe riuscire a riportare la Crimea a far
parte della federazione russa. In Crimea si svolgerà un referendum che
l’Ucraina considera illegale, il rischio è che il giorno dopo il referendum, se
non si riesce a trovare un accordo, si possano verificare gli scenari peggiori.
Le rivolte a Kiev
Le
proteste in Ucraina continuano ormai da diversi mesi. Tutto è iniziato dal
novembre 2013, quando il presidente Viktor Yanukovych aveva deciso di rifiutare
un patto commerciale con l’UE. Sarebbe stata un’azione vista in modo positivo
da molti cittadini ma che non è piaciuta al governo che ha preferito rivolgersi
alla Russia che ha fatto diverse pressioni per evitare l’avvicinamento
dell’Ucraina all’UE. È stata proprio la Russia ad offrire un piano di aiuti
economici all’Ucraina. Per questo essa ha preferito rivolgersi alla Russia
piuttosto che stringere l’accordo con l’UE. Questa scelta non è piaciuta a molte persone che si sono
rivoltate in piazza contro le decisioni del governo.
La Crimea
La Crimea è un penisola, appartenente all’Ucraina,
posta sulla costa settentrionale del Mar Nero. La capitale è Simferopoli. La
penisola Crimea accelera al suo distacco all’Ucraina: il Parlamento regionale,
anticipando il referendum con cui il 16 marzo si chiederà ai cittadini se
vogliono unirsi alla Russia. Ha votato la piena dipendenza all’Ucraina. Kiev ha
già dichiarato la mossa “illegittima”. Ma il ministro degli Esteri russo, in
una nota ha ribadito che la dichiarazione di indipendenza “è assolutamente
legittima”. Il voto del Consiglio Superiore della Crimea è solo l’ultimo
capitolo della peggiore crisi degli ultimi decenni in Europa. Viktor Yanukovich:
l’ex uomo forte di Kiev è riapparso in Russia per sostenere che è ancora il
presidente legittimo dell’Ucraina, il capo del suo esercito e che tornerà a
Kiev, “non appena le circostanze lo permettono”.
Che cosa sta succedendo in Crimea?
Migliaia sono i manifestanti che chiedono che la
Crimea torni a far parte della Russia, infatti si sono registrati violenti
scontri. Mentre nella parte occidentale dell’Ucraina, migliaia di persone
difendono il nuovo governo. Putin assieme ad Angela Merkel e David Cameron
hanno ribadito come sia negli interessi della Crimea scegliere attraverso un
referendum se entrare a far parte della federazione russa. L’occupazione in
Crimea viene portata avanti da soldati che hanno preso possesso in un posto di
guardia al “confine” ucraino nella Crimea occidentale.
L’intervento dell’Europa e degli Stati Uniti sulla
crisi in Crimea
Dopo l’intervento russo in Crimea l’UE e gli USA si
sono affrettate a promettere sostegno economico e finanziario al governo di
Kiev. Finora i ministri degli Esteri dell’UE non hanno trovato nessun accordo
per imporre sanzioni alla Russia. La dimostrazione più evidente è quella
dell’intervento di Barack Obama che ha trovato la possibilità di mettere in
atto misure economiche che possono avere conseguenze non solo per Mosca ma
anche per altri paesi.
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